Danilo Martinuzzi è nato a Fossalta di Portogruaro (Venezia) nel 1944.
Dopo avere svolto nella terra natale i mestieri artigianali più svariati si è definitivamente stabilito a Torino dove vive e lavora.

Durante l'ultimo ventennio ha alternato la silenziosa ma infaticabile attività artistica all'esercizio della professione.

Ha partecipato a programmi televisivi, contribuendo alla realizzazione di spot pubblicitari, ha presentato alcune sue opere all' Esposizione di Arti figurative della Promotrice delle Belle Arti di Torino ed è stato presente in spazi espositivi pubblici e privati.
Nel 1996 ha partecipato al "Premio per la Pace" patrocinato dalla Comunità Europea, conseguendo il primo premio nella sezione Fotografia.
Nel 1997 ha collaborato con il Comune di Torino per realizzare una campagna di sensibilizzazione verso l'utilità ed il riutilizzo dei rifiuti solidi urbani ed ha collaborato alla mostra dedicata ad Alessandro Cruto .
L'anno successivo ha presentato una parte consistente delle sue opere negli spazi dell'Ex Zoo di Torino (Casa della Tigre) e all'interno della Villa Tesoriera.
Recentemente ha esposto alcuni lavori presso "Experimenta 2001" a Torino.

Agli esordi come pittore ha fatto seguito un lungo periodo di crescita artistica contrassegnato da una incessante sperimentazione che dura tutt'ora.
L'autore sì è cimentato in una serie di attività diverse, dal disegno alla fotografia macro, dalla scultura statica a quella cinetica, ricercando volta per volta tecniche esecutive sempre nuove e originali, fino all'invenzione di congegni e meccanismi che riescono ad essere avanzati pur prescindendo dall'elettronica e dall'informatica.

Si presentano qui alcuni pezzi statici e in movimento che testimoniano la versatilità creativa dell'autore, nonché una spiccata attitudine all'esperimento e all'invenzione, nata dall'idea di un'arte dalle finalità istruttive ed educative che possa essere attuale e fruibile per un pubblico di tutte le età.

L'"utilità" proposta dalle opere di Danilo Martinuzzi non allontana tuttavia l'occhio del visitatore attento dai riferimenti e dalle allusioni "colte" che tali opere manifestano.